DOLOMITI 2018
2018-1-IT01-KA116-006357; CUP F34E18000060005 – Dolomiti 2018
Nei mesi di maggio e giugno 2019, abbiamo accolto il nostro primo gruppo di giovani italiani a Nantes per cinque settimane. Il gruppo era composto da nove giovani, di cui cinque nel settore della ristorazione: Iris, Deborah, Adrian, Cristiano e Diego, e quattro nel settore amministrativo e della comunicazione: Bennedetta, Milena, Nicole e Danny. Come per ogni gruppo che ospitiamo, abbiamo organizzato le interviste in anticipo. L’obiettivo? Conoscere i livelli di francese de ragazzi, ma prima di tutto conoscetere loro come persone Quando i giovani vengono a Nantes per un programma di mobilità, è per noi un punto d’onore stabilire un rapporto di fiducia e gettare solide basi affinché possano trarre il massimo dalla loro esperienza. A ogni gruppo viene assegnato un coordinatore della mobilità, che fornisce anche il suo numero di telefono personale, in modo da essere disponibile 24 ore su 24 in caso di stress o semplicemente per prendere un caffè e fare due chiacchiere!
Poi, cerchiamo stage che corrispondano al livello di francese, alle aspettative della scuola ma anche a quelle dei giovani in mobilità, per facilitare il loro soggiorno. L’obiettivo è che il giovane migliori le proprie competenze, sia tecniche sia linguistiche, ma anche che incontri persone, si diverta, si goda e viva la propria esperienza ERASMUS e diventi indipendente. Qui i nostri giovani sono stati inseriti al massimo due per famiglia, ognuno in un’azienda diversa, tutti vicini alla nostra sede, situata nel centro di Nantes.
Incontriamo i giovani all’aeroporto con le famiglie ospitanti. Il giorno dopo, visita della città, spiegazioni di giochi e storia, spesso con un aperitivo per festeggiare l’arrivo dei gruppi! Organizziamo anche sessioni di formazione all’arrivo, per prevenire eventuali shock culturali, ma anche per spiegare le differenze culturali tra la Francia e il Paese di origine, in questo caso l’Italia.
Ci possono essere problemi, l’importante è essere reattivi, in modo che i giovani si sentano al sicuro. A volte ci possono essere schock culturali, o incompatibilità di caratteri: noi siamo lì per rispondere a questo, e per andare avanti con i giovani.
Il soggiorno è stato assolutamente fantastico e siamo stati felici di averli ospitati. Pensi che questo sia uno storytelling? No. Tre mesi dopo la fine della mobilità, sono volata a Venezia e poi a Belluno, per incontrare a mia volta le loro famiglie, gli insegnanti e gli amici). Qualche anno dopo, Bennedetta studia a Lione, Danny a Strasburgo e Diego è tornato a Nantes con un tatuaggio che ha segnato il suo soggiorno. Con alcuni scambiamo regolarmente, con altri un po’ meno, ma il legame dopo 4 anni rimane costante e solido.
Perché ERASMUS, prima delle lingue e dell’autonomia, è soprattutto tolleranza e conoscenza dell’altro. Poiché sono loro a esprimersi meglio sul loro soggiorno, vi suggerisco di ascoltarli attraverso queste brevi testimonianze.